Finalmente Rimini torna in possesso del suo antico teatro, uno storico edificio bombardato dalle Forze Alleate a fine dicembre 1943, nel pieno della Seconda Guerra Mondiale.
I tragici sconvolgimenti della Seconda Guerra Mondiale toccarono tanti nostri monumenti artistici, danneggiati più o meno gravemente se non addirittura ridotti a cumuli di macerie. Sorte capitata anche a taluni edifici teatrali, capitoli gloriosi del nostro patrimonio culturale. Ma per un Teatro alla Scala ricostruito a tempo di record – simbolo della caparbia volontà di ripartire dopo gli eventi bellici – altre sale hanno dovuto attendere interminabili traversie.
Come il Carlo Felice di Genova, riconsegnato alla città solo nel 1991, o Le Muse di Ancona, riaperto addirittura nel 2002. Mancava ancora all'appello il Teatro “Amintore Galli” di Rimini - già Teatro Vittorio Emanuele II° - le cui mesti rovine mortificavano lo sguardo di quanti passavano nei pressi di Piazza Cavour.
Un secolo e mezzo di storia
L'inaugurazione del Teatro Nuovo – come allora si chiamava - avvenne il 16 agosto 1857 nientemeno che con la prima dell'Aroldo di Giuseppe Verdi, presente in veste di direttore. L'elegante e centralissimo edificio era stato costruito su progetto dell'architetto Luigi Poletti – autore pure del Teatro della Fortuna di Fano - soddisfacendo in pieno le attese della città. Danneggiato dal terremoto del 1916, venne riaperto nel 1923; qualche modifica venne apportata negli anni seguenti, completando il ridotto ed aggiungendo una galleria superiore.
Il 28 dicembre 1943 un furioso attacco aereo alleato distrusse il tetto e il palcoscenico, ma lasciò in piedi la facciata, parte dei palchi, il foyer e gli alti muri esterni. Un disastro, ma tuttavia rimediabile. Purtroppo, Quod non fecerunt barbari, fecerunt... rimininesis. Nel dopoguerra infatti, anziché recuperare il recuperabile, i resti furono saccheggiati, e le mura esterne demolite salvando solo la parte anteriore. Lo spazio venne quindi occupato da un capannone ad uso palestra, poi una sala consiliare venne ricavata dal ridotto. Infine, dopo varie vicende – concorsi, progetti respinti, rinvii, polemiche di vario genere – si è arrivati nel 2004 al progetto esecutivo dell'architetto e urbanista Pier Luigi Cervellati.
I lavori si sono ispirati ad una concezione che - seguendo il criterio filologico indicato dal MIBACT - salva e valorizza le parti sopravvissute, restituendo ai volumi interni un aspetto il più prossimo possibile all'originario. La ricostruzione, avviata solo nel 2014 - ha rivelato anche l'esistenza di un'antica basilica paleocristiana, i cui resti saranno visitabili nell'ambito di un apposito percorso ipogeo.
Finalmente ci siamo
Insomma, ci sono voluti 75 anni dall'ultima volta in cui calò il sipario sulla storica sala, ma ora finalmente a fine ottobre, con un concerto di Cecilia Bartoli, il Teatro Comunale intitolato al musicista e critico Amintore Galli riaprirà ufficialmente le sue porte, restituendo a Rimini non solo uno storico bene culturale, ma anche un pezzo della sua memoria collettiva. E colmando anche un vuoto ingiustificabile, se si considera che il resto dell'Emilia-Romagna vanta molti dei maggiori teatri lirici d'Italia.
Nei mesi futuri, la rinnovata sala ospiterà i principali eventi della Sagra Malatestiana 2018, e a dicembre un promettente Simon Boccanegra diretto da Valerij Gergiev. Ed è solo l'inizio...
Qui la Stagione teatrale 2018/2019 del Teatro A. Galli di Rimini.